L’Āyurveda prende in grande considerazione la pulizia della bocca e la sua salute.
Come studi scientifici dimostrano, moltissime malattie nascono proprio in bocca (dalle stomatiti aftose al lichen planus, dall’herpes labialis alla sindrome della bocca urente, dalle mucositi causate dalla radio e dalla chemioterapia ai papillomi semplici e benigni – come, per esempio, le verruche – alle forme più aggressive che se trascurate possono dare origine anche a tumori del cavo orale).
Secondo l’Āyurveda le malattie del cavo orale sono maggiormente attribuibili ad uno scompenso del Doṣa Kapha.
Vediamo dunque due delle pratiche per mantenere in salute il nostro cavo orale ed il senso del gusto.
La prima indicazione che ci da è quella di utilizzare una pasta o polvere dentifricia che contenga questi sapori:
- KATU (piccante)
- TIKTA (amaro)
- KASHAY (astringente)
poiché questi sono i RASA (sapori) che vanno a controbilanciare questo Doṣa.
In antichità in realtà i denti venivano puliti con bastoncini la cui punta veniva pestata per creare una sorta di spazzolino.
Caraka, nel capitolo V del Sūtrasthāna ci indica anche quali sono le piante da utilizzare perché contengono appunto i sapori piccante, amaro e astringente: Nerium Indicum, Terminalia Arjuna, Calotropis Gigante ecc.
La seconda indicazione per una bocca sana è quello di rimuovere (Nirlekhana = grattare) la patina che di notte si depositata alla radice della lingua (Jihva) con l’apposito archetto di metallo.
Ciò aiuta nella prevenzione dell’alitosi (Gandhavairasya) ed elimina le impurità (Mala shodana) e le ostruzioni. Le papille gustative rimangono pulite, stimolate e il senso del gusto migliorato.
Vi ricordo, infine, che questo articolo fa parte della rubrica Dinacarya, la routine giornaliera secondo l’Āyurveda, quindi anche queste pratiche vanno eseguite la mattina appena svegli nel rituale di pulizia dei 5 sensi.
Nel prossimo post vi parlerò del terzo aspetto molto importante dell’igiene orale…stay tuned!
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